Scritto e ricercato da Marco Ramerini
31 luglio 1876, in una splendida giornata d’estate nel piccolo centro di Tavarnelle Val di Pesa, importante stazione di posta lungo la Strada Regia Romana, una grande folla si era radunata per assistere ad un avvenimento quasi unico per l’epoca.
Nella Piazza Vecchia, la più antica piazza del paese, in quel giorno era previsto il volo di un “globo aerostatico” una delle ultime diavolerie inventate dall’ingegno umano. Il primo aerostato che era riuscito a portare un uomo in cielo era decollato poco meno di cento anni prima (21 novembre 1783) in Francia quando i fratelli Joseph-Michel Montgolfier e Jacques-Étienne Montgolfier inventarono la mongolfiera.
A Tavarnelle quel giorno era un lunedì e tra i tanti che erano venuti a vedere questo portento quasi incredibile c’erano anche tantissimi bambini e ragazzi. Tutti i presenti erano molto curiosi di vedere librare in cielo questo grosso pallone, quasi increduli che ciò potesse avvenire veramente. Tra di loro c’era anche una bambina di soli 7 anni, forse accompagnata dalla sua famiglia o forse assieme ad alcuni coetanei. Il suo nome era Anna Salvestrini, Anna era figlia di un camporaiolo. Suo babbo coltivava i campi in affitto o a mezzadria, ma senza casa colonica. Una famiglia povera come la gran parte di quelle che abitavano Tavarnelle a quell’epoca.
La piccola Anna forse era giunta presto e si era messa in una posizione privilegiata per ammirare l’evento. Ma probabilmente la sua posizione fu decisiva per quanto accadde al momento della partenza del pallone aerostatico. Il pallone s’incendiò e le fiamme raggiunsero la piccola Anna. La bambina morì “per ustioni molto estese riportate e prodotte da un globo aerostatico nel mentre trovavasi presente all’innalzamento del medesimo sulla Vecchia piazza di Tavarnelle”. Un giorno di festa si era trasformato in tragedia. L’8 agosto il fatto fu portato alla conoscenza della Prefettura.