Scritto e ricercato da Marco Ramerini
Le persone più anziane di Tavarnelle Val di Pesa ricorderanno che, fino agli anni ’50 e ’60 del novecento, la nostra famiglia era conosciuta con il soprannome “Maestrini” (o anche “del Maestrino”), pochi all’epoca utilizzavano il vero cognome Ramerini. L’utilizzo dei soprannomi era molto diffuso per tutte le famiglie del nostro paese, al riguardo ci sarebbero molti esempi da fare. Sarebbe molto interessante ricercare l’origine dei nostri soprannomi e sono convinto che nei documenti presenti nelle nostre parrocchie potremo trovare informazioni sulla storia della nostra comunità molto curiose e interessanti. Mi piacerebbe molto fare ricerche in questo senso. Se ci fossero altre persone interessate a ricercare questa branchia della nostra storia contattatemi: info@borghiditoscana.net.
Noi Ramerini non abbiamo mai saputo il motivo del nostro soprannome, supponevamo che potesse essere dovuto al fatto che il nonno (Giuseppe) di mio babbo sapesse leggere e scrivere, e fosse chiamato “Maestrini” o anche “Maestrino” perché scriveva e leggeva agli altri che erano analfabeti. E in effetti, a conferma di questo, ho trovato in archivio dei documenti che attestano che Giuseppe Ramerini, il babbo di nonno Angiolino e dello zio Guido, aveva fatto le scuole (solo due mesi in estate, come tutti i bambini della sua età a quell’epoca) negli anni 1872-1873 e quindi probabilmente aveva imparato a leggere e scrivere, da questo quindi poteva essere nato il soprannome “Maestrini”. Il fatto, però, che gran parte dei bambini della sua età a quell’epoca frequentassero la scuola mi aveva lasciato forti dubbi riguardo a questa spiegazione.
Ricercando su altri documenti ho trovato alcune cose interessanti che potrebbero essere il vero motivo della nascita del nostro soprannome. Ho infatti scoperto una cosa curiosa, accaduta piuttosto distante nel tempo, ma che può spiegare bene la nascita del soprannome. Infatti ho trovato che la moglie, Margherita Vanni, di un nostro antenato diretto, Giovanni Domenico Ramerini, dopo la morte del marito avvenuta il 3 febbraio 1755, resta con 3 figli piccoli (2 femmine: Rosa (5 anni), Niccola (2 anni), e un maschio: Giuseppe (da cui noi discendiamo, 1 anno)).
L’anno successivo, il 5 dicembre 1756, Margherita si risposa con Domenico di Francesco Maestrini. A quei tempi si risposavano dopo pochi mesi, perché altrimenti una donna sola con 3 bambini piccoli rischiava letteralmente di morire di fame. La nuova famiglia Maestrini/Ramerini vive nel Podere di San Giorsolè del sig. Schiozzi, si tratta di una località annessa al popolo di Santa Maria a Casale (tra Certaldo e il Fiano).
Come potete notare il cognome del nuovo marito è Maestrini. Margherita e i suoi figli piccoli e il nuovo marito formano la famiglia Maestrini (anche se i primi 3 bambini sono dei Ramerini). Margherita, da questo nuovo matrimonio, ha tre maschi (Gaspero, Paolo e Giovanni Battista), questa volta veri Maestrini. Nell’agosto 1763, all’età di circa 10 anni, muore Niccola, una delle due bambine Ramerini. Nel 1765/1766 la famiglia Maestrini/Ramerini si trasferisce a Santa Cristina a Metato (vicino al Bagnano) dove la famiglia di Domenico Maestrini abitava nel podere di Santa Cristina (Crestina) del Signor Lotti.
Attorno al 1767 Margherita resta nuovamente vedova. Alla morte di Domenico Maestrini, Margherita (38 anni), già due volte vedova, resta sola con 5 figli piccoli: Maria Rosa (Ramerini, figlia, 16 anni), Giuseppe (Ramerini, figlio, 12 anni), Gaspero (Maestrini, figlio, 7 anni), Paulo (Maestrini, figlio, 6 anni), Gio. Batta (Maestrini, figlio, 3 anni). Nei documenti delle Tasse di Macine successivi appare come Margherita Maestrini o Margherita del fu Domenico Maestrini, oppure anche “la Maestrini”.
A partire dal 1773 la famiglia si trasferisce più volte in poderi nell’area attorno a Certaldo. Proprio nel 1773 appare come capo famiglia il figlio maggiore Giuseppe (Ramerini) che però viene indicato come Giuseppe Maestrini e l’anno successivo 1774, è indicato ancora Giuseppe Maestrini, ma chi paga le tasse (che è la stessa persona) è questa volta chiamato Giuseppe Ramerini (la stessa cosa accade in una altro documento datato 1778-1779).
Giuseppe Maestrini e Giuseppe Ramerini sono la stessa persona. Quindi certamente a quell’epoca Giuseppe era conosciuto anche come Maestrini perché il suo patrigno aveva quel cognome. Tale utilizzo, nei documenti della Tassa delle Macine, continua fino al 1794 (quindi per 20 anni). Poi a partire dal 1795 viene utilizzato il nome di Giuseppe Ramerini anche nella Tassa delle Macine. Quindi è chiaro che Giuseppe era da tutti conosciuto come Maestrini per il motivo che ho descritto sopra.
Questo spiegherebbe l’origine del soprannome “Maestrini”. Giuseppe muore a Polvereto nel 1818, alcuni dei suoi figli lavoravano e vivevano a Palazzuolo, tra cui il nostro Vincenzio, che era il babbo di Angiolo, il primo Ramerini che visse al Borghetto.
Giuseppe Ramerini muore a Polvereto il 26 luglio 1818. All’epoca della sua morte la sua famiglia viveva nel podere di Mosciano, situato tra Noce e Polvereto. Certamente fino alla sua morte, Giuseppe era chiamato “del Maestrini” perché questo era il cognome del suo patrigno. Tale utilizzo probabilmente continuò anche per il figlio Vincenzio (che probabilmente era conosciuto come il figlio “del Maestrini”).
Vincenzio viveva a Palazzuolo, quindi vicino a Polvereto ed è probabile che l’essere figlio del Maestrini poteva essere ricordato. Poi il soprannome passò al figlio Angiolo (il primo Ramerini a vivere al Borghetto) fino ad arrivare a Giuseppe, babbo di nonno Angiolino e dello zio Guido. Potrebbe essere possibile? Più che ci penso e più che mi sembra possibile…. anzi certo. Le coincidenze sono troppe. Per me la questione del “Maestrini” è risolta.
Per poter fare queste ricerche mi sono avvalso dei documenti presenti nei seguenti archivi: Archivio Storico di Certaldo, Archivio Storico di Barberino Val d’Elsa, Archivio Storico di Montespertoli, Archivio Parrocchiale di Palazzuolo, Archivio Parrocchiale di Santa Lucia al Borghetto.