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Jacopo Ramerini: l’inventore del cimbalo piano e forte a tre registri

Scritto da Marco Ramerini

INTRODUZIONE

Diversi anni fa leggendo alcuni interessanti testi sulla storia della musica e degli strumenti musicali avevo trovato dei riferimenti ad un certo Jacopo Ramerini. Mi ero riproposto di fare una ricerca più approfondita su questo personaggio per dare il mio contributo alla storia della sua vita. Qualche tempo fa ho iniziato a fare delle ricerche genealogiche sui Ramerini, e assieme a queste ho deciso allo stesso tempo di ricercare informazioni riguardo anche alla vita di Jacopo o Jacomo Ramerini.1 Jacopo, costruttore di organi, è citato in alcuni testi moderni e antichi come l’inventore del cimbalo piano e forte a tre registri.2

Di questo personaggio poco conosciuto se ne parla in alcuni studi molto interessanti, dai quali ho ripreso alcune informazioni per la stesura di parte di questa ricerca. I più dettagliati di tali studi sono stati fatti in particolare dal professor Patrizio Barbieri. Poi da Arnaldo Morelli, Giulia Montanari e Alexandra Nigito. Spero con questa mia ricerca di dare un piccolo contributo per svelare la vita di questo personaggio geniale, ma poco conosciuto, a cui la storia probabilmente non ha dato il giusto merito.

LA NUOVA INVENZIONE

Alla pagina XXIX del “Compendio del Trattato de’ generi e de’ modi della musica” scritto da Giovanni Battista Doni e pubblicato nel 1635 si legge: “Nuova inuentione di Clauicembali del Ramerini”.

Compendio del trattato de' generi e de' modi della musica Giovanni Battista Doni 1635 pagina XXIX
Compendio del trattato de’ generi e de’ modi della musica Giovanni Battista Doni 1635 pagina XXIX

Poi alla pagina 70 c’è la descrizione della nuova invenzione. L’autore di questo libro, Giovanni Battista Doni nacque a Firenze nel 1595.3 Egli scrisse durante la sua vita diversi trattati sulla musica.4 Dal momento che il libro del Doni viene editato nel 1635, possiamo ricavare che l’invenzione di Jacopo Ramerini è antecedente al 1635 anno di pubblicazione del libro.

L’INVENTORE DEL PIANO E FORTE A TRE REGISTRI

Un altro contemporaneo di Jacopo Ramerini, il francese Marin Mersenne, teologo e matematico del seicento, scrive5 in alcuni suoi libri delle invenzioni di Jacopo e parla del suo viaggio a Roma in cui ha osservato nel 1644/1645 nel laboratorio romano del “Signor Nicolaus (errore per Jacopo) Ramerini, eccellente artifice di Clavecembali, e sottile inventore in essi di molte nouità, per patria Fiorentino” uno strumento innovatore il “cimbalo piano e forte a tre registri”. Mersenne ci informa anche che questo strumento era stato recentemente inventato da Jacopo Ramerini. Lo strumento in questione permetteva, a comando dell’esecutore, di emettere suoni forti o deboli.

Marin Mersenne, Novarum observationum physico-mahematicarum . . . Tomus III (Paris, 1647), p.166
Marin Mersenne, Novarum observationum physico-mahematicarum . . . Tomus III (Paris, 1647), p.166

Tale strumento sembra essere stato negli anni successivi il principale strumento utilizzato nelle Accademie della Musica di Palazzo Borghese e fu suonato da Bernardo Pasquini, uno dei musicisti più conosciuti e famosi di Roma dell’epoca. Diversi documenti dell’archivio Borghese ci indicano che Jacopo Ramerini aveva il compito tra il 1666 e il 1671 di fare la manutenzione di alcuni strumenti di Palazzo Borghese tra cui il cimbalo piano e forte a tre registri.6 Nel 1669 Jacopo restaurò lo strumento e ne sostituì diversi pezzi che erano stati attaccati dalle tarme, quindi con tutta probabilità lo strumento potrebbe essere lo stesso o uno molto simile a quello che vide Marin Mersenne nel 1644/1645 nel suo laboratorio.

Mersenne, Marin "Harmonie universelle, contenant la théorie et la pratique de la musique"
Mersenne, Marin “Harmonie universelle, contenant la théorie et la pratique de la musique” Vol. 1 – 1636

UNO STRUMENTO MISTERIOSO

Lo strumento viene definito misterioso anche in alcuni studi moderni (ad esempio in quello del professore Arnaldo Morelli che lo definisce “indecifrabile”) perché non se ne capisce bene quale fosse l’effetto “piano e forte” che i contemporanei gli attribuiscono.7 Jacopo riparò nuovamente lo strumento nel 1672, di questo ce ne informa un’altra nota di spesa presente nell’Archivio Borghese. In tale nota Jacopo cita di aver accomodato un cimbalo piano e forte con i pedali che dalla descrizione fatta sembrano, ci dice il Morelli nella sua ricerca, essere dei “pedali per l’inserimento e il disinserimento dei registri” ciò sembra un meccanismo per passare dal forte al piano sulla stessa tastiera. Questo nota sempre il Morelli sarebbe probabilmente uno dei primi se non il primo esempio di “meccanismo a pedali per l’azionamento dei registri”.8

Lo strumento ideato da Jacopo Ramerini potrebbe essere un primo tipo di pianoforte? O comunque la sua invenzione potrebbe aver dato un contributo determinante alla nascita del pianoforte? L’invenzione di Jacopo Ramerini sembra databile a prima del 1635. Mentre l’invenzione del pianoforte (piano e forte), è oggi attribuita alla fine del seicento a Bartolomeo Cristofori.

ALTRE OPERE DI JACOPO RAMERINI

Jacopo è definito dal professore Patrizio Barbieri, lo studioso che più ha ricercato e pubblicato riguardo alla vita di Jacopo: “celebre organaro e cembalaro – inventore di originali strumenti”.9

Negli archivi di Firenze ci sono alcuni documenti che fanno riferimento alle opere eseguite da Jacopo Ramerini. Le opere di Jacopo dovevano essere di grande pregio fin da giovane, tanto ché già a 24 anni ci sono documenti che attestano alcuni suoi lavori consegnati al Granduca di Toscana. Nel 1618 viene consegnato al guardaroba Granducale un “gravicembolo, a 4 registri, con cassa, e piedi di albero fatto di mano Ramirini hauto da Sua Altezza Serenissima a 11 di giugno”. Negli archivi di Palazzo Vecchio ci sono tracce documentarie di questo strumento, probabilmente costruito nel 1617, fino al 1717. Altri strumenti di sua fabbricazione, consegnati nel 1619, sono due chitarre organizzate. Sugli organi e gli strumenti musicali della Guardaroba Medicea consiglio di leggere gli studi di Giulia Montanari.10

Anche a Roma ci sono documenti che lo riguardano. Solo per fare alcuni esempi: In un documento dell’Archivio Segreto Vaticano: Archivio Borghese 5666 n. 317 viene evidenziato che il cembalaro Jacopo Ramerini era stato pagato “per averli accomodato un cimbalo vecchio fatto venire da Venezia e rifatto la cassa nova e più per aver fatti li salterelli nuovi a detto cimbalo n° cinquanta”. Il cimbalo in questione era di proprietà del principe Giovan Battista Borghese.11

Nell’Inventario stilato nel 1714 dei Beni Ereditati di Pietro Minutillo Caffarelli presente nell’Archivio di Stato di Roma tra le altre cose viene citato “Un cimbalo ad un registro del Ramerino (cioè Jacopo Ramerini) con cassa verniciata, e filettata d’oro con sua coperta di corame con piedi, e colonnette dorate interziati [sic!] con intagli, et arme di Casa Minutilli Caffarelli”.12

In un documento di stima per la dote di Girolama Campana risalente al 1691 viene citato un altro strumento costruito da Jacopo Ramerini: “un cimbalo a tre registri con mutatione alla quarta bassa, e piani e forti” tale strumento era nella casa del Cavaliere Carlo Rainaldi che era situata in via del Babuino, proprio di fronte allo studio romano di Jacopo.

LA VITA DI JACOPO RAMERINI

FIRENZE E LA TOSCANA

I pochi testi che parlano di lui dicono che sia nato a Firenze attorno al 1596, probabilmente la data è stata calcolata basandosi sulle età indicate negli stati delle anime, ma tali età sono spesso sbagliate, ho trovato anche differenze di oltre 10 anni tra l’età indicata e quella reale. In alcuni documenti presenti a Roma viene riportato che Jacomo (Jacopo) Ramerini fiorentino è figlio di Zanobio (più probabilmente il nome di suo padre è Zanobi, nome molto comune all’epoca nell’area fiorentina). Mentre nei documenti fiorentini dell’epoca viene indicato come Jacopo di Zanobi Ramerini. Per esempio nell’inventario delle Guardaroba Medicea: “Una chitarra alla spagnola di noce di india dentrovi un’orghanetto con il suo mantice che si accorda a sonare ogni cosa insieme da Jacopo di Zanobi Ramerini strumentaio a 7 di aprile [1619]”13

Perché ci sia stato questo leggero cambio del nome di battesimo (vedremo più avanti che il suo nome di battesimo è Jacopo) non è dato a sapere. Possiamo fare solo delle supposizioni: errori di scrittura dovuti alle differenze linguistiche tra Firenze e Roma, oppure, cosa secondo me molto più probabile un tentativo di Jacopo di avere un nome di battesimo meno comune di quello che gli era stato dato dai genitori. Infatti in uno dei testamenti c’è la sua firma autografa e si firma come Jacomo.

QUAL’È IL SUO LUOGO DI NASCITA?

Veniamo allo scopo principale della mia ricerca. Volevo trovare più informazioni possibili sulla vita di Iacopo. Per quanto riguarda il suo periodo di vita a Roma le ricerche fatte dal professor Patrizio Barbieri sono veramente molto approfondite: Sono stati trovati i tre testamenti stilati da Jacopo e i documenti riguardanti i suoi due matrimoni. Cosa importante in questi documenti sono citati anche alcuni membri della famiglia Ramerini: il nipote di Jacopo, Pietro (figlio di Giuseppe), e Tommaso, suo cugino, che avevano vissuto con lui a Roma. Quindi ho deciso di focalizzare le mie ricerche sul periodo fiorentino e su questi quattro nomi oltre a quello del babbo di Jacopo: Zanobi Ramerini.

UNA SERIE INIZIALE DI RICERCHE INFRUTTUOSE

Il mio obiettivo era vedere se riuscivo a scoprire dove e quando fosse nato Jacopo di Zanobi Ramerini. Jacopo si dichiara, nei documenti che sono arrivati fino a noi, fiorentino, per cui la mia ricerca è partita dai registri dei battesimi del Battistero di San Giovanni, il luogo dove tutti i fiorentini fino ai primi decenni del novecento erano battezzati. Ma non sono riuscito a trovare Ramerini nell’epoca in cui è nato Jacopo. Nella città di Firenze inizialmente ho trovato solo una famiglia presente attorno al 1650 con figli battezzati per una decina di anni.

Successivamente, prendendo spunto dalle ricerche che avevo fatto fino ad allora, e che indicavano che dal seicento e fino alla fine dell’ottocento i Ramerini erano quasi tutti concentrati nell’area della Valdelsa attorno a Certaldo. Ho pensato di fare ricerche in quest’area per trovare collegamenti con la famiglia di Jacopo. Ho quindi fatto delle ricerche negli archivi storici locali con questa idea. Durante queste ricerche ho trovato alcuni Ramerini a San Lazzaro a Lucardo un’antica pieve situata a pochi chilometri da Certaldo. Qui alcuni membri della famiglia Ramerini sono stati battezzati tra il 1720 e il 1620. Ma attorno al 1623 dei Ramerini se ne perdono di nuovo le tracce.

La chiesa di Ognissanti a Firenze. La parrocchia dov'è nato il babbo di Jacopo, Zanobi Ramerini
La chiesa di Ognissanti a Firenze. La parrocchia dov’è nato il babbo di Jacopo, Zanobi Ramerini

LA SVOLTA: “ZANOBI DI BASTIANO DI LO. DETTO IL RAMERINO”

Nonostante gli insuccessi non mi sono perso d’animo. Nei registri dei battesimi del Duomo di Firenze non avevo trovato nessun Jacopo Ramerini. Ricercare nei registri dei battesimi del Duomo è molto complesso perché le persone sono catalogate per nome di battesimo e non per cognome. A peggiorare la cosa è che i cognomi specialmente nel cinquecento sono spesso omessi. Nei registri ci sono in media 300 pagine di battezzati per anno e ogni pagina contiene in media 15/20 battezzati. Ho guardato decine di volte le centinaia di pagine dei registri per gli anni che vanno tra il 1550 e il 1620. Poi una sera ho trovato battezzato il 25 maggio 1568 “Zanobi di Bastiano di Lo detto il Ramerino – p. d’Ognissanti, n. 24 h 17 (nato il 24 alle ore 17)…”.14 Mi sono detto, potrebbe essere il babbo di Jacopo.

Il battesimo di Zanobi: 25 maggio 1568.
Il battesimo di Zanobi: 25 maggio 1568.

“TOMMASO DI LORENZO DI BASTIANO DAMERINI”

Nelle settimane successive ho deciso di incrociare i pochi dati che avevo. Nei documenti romani risultano quattro Ramerini: Jacopo, il cugino Tommaso e il nipote Pietro (e suo babbo Giuseppe). Ho provato a ricercare nei registri dei battezzati di Firenze Tommaso Ramerini, cugino di Jacopo. Dopo lunghe ricerche mi sono imbattuto in un “Tommaso di Lorenzo di Bastiano Damerini, e di Domenica di Giovanni del popolo di San Pauolo (San Paolo)…” battezzato a Firenze il lunedì 20 ottobre 1599.15

FINALMENTE: “JACOPO DI ZANOBI DI BASTIANO”

Mi sono messo quindi alla ricerca di Jacopo ed ho trovato che il lunedì 17 ottobre 1594 viene battezzato “Jacopo di Zanobi di Bastiano leng.lo (il mestiere di Zanobi sembrerebbe il legnaiolo) e di Cat.na del popolo di San Pauolo (San Paolo) nato detto dì. Compare Ottavio di Zanobi del Neca e Comare Maddalena di Francesco legnaiuolo”.16 I due Tommaso e Jacopo (cugini) hanno come nonno Bastiano. Zanobi ha come padre Bastiano detto il Ramerino. Il babbo di Tommaso, Lorenzo, ha come padre Bastiano. Entrambi vivono nella stessa parrocchia (Chiesa di San Paolo Apostolo, conosciuta anche come San Paolino) a meno di 100 metri dalla chiesa di Ognissanti dov’è stato battezzato alcuni decenni prima, Zanobi, quello che presumo possa essere il babbo di Jacopo. Tutto sembra tornare.

Il battesimo di Jacopo: 17 ottobre 1594.
Il battesimo di Jacopo: 17 ottobre 1594.

LA CONFERMA DEFINITIVA: “GIUSEPPE DI ZANOBI DI BASTIANO RAMERINI”

Poi la definitiva conferma alle mie supposizioni è venuta quando ho trovato il battesimo di Giuseppe, babbo di Pietro e fratello di Jacopo. Il documento di battesimo riporta: che il 1517 aprile 1605 è stato battezzato “Giuseppe di Zanobi di Bastiano Ramerini e di Caterina di Giuliano, Popolo di San Pauolo (San Paolo) …”.18 Anche qui stessi nomi e stessa parrocchia, ma qui in più c’è anche il cognome Ramerini. Inoltre questo documento ci indica anche il nome completo (nel battesimo di Jacopo appare solo il nome della madre: Caterina) della mamma di Giuseppe e Jacopo: Caterina di Giuliano.

Il battesimo di Giuseppe Ramerini, babbo di Pietro e fratello di Jacopo: 15 aprile 1605.
Il battesimo di Giuseppe Ramerini, babbo di Pietro e fratello di Jacopo: 15 aprile 1605.

GLI ALTRI MEMBRI DELLA FAMIGLIA

Per quanto riguarda il nipote Pietro, figlio di Giuseppe Ramerini, nei registri del Duomo di Firenze non ne ho trovato traccia. Probabilmente è nato nell’area di Roma. Infatti, Pietro, nella Quietanza del testamento del 1674 viene indicato come originario dell’area dei Colli Albani. 19

Mentre sul babbo di Tommaso, Lorenzo, c’è una traccia: il 19 luglio 1565 c’è il battesimo di “Lorenzo di Bastiano di Lo. P. d’Ognissanti n. h20…”20 corrisponde tutto21 ma manca purtroppo il cognome, quindi non c’è la certezza assoluta che sia lui, ma secondo me è molto probabile. Perché le indicazioni sono le stesse che sono riportate nel battesimo del fratello Zanobi. Al termine di questo studio tornerò nuovamente sul padre di Tommaso con un nuovo documento che confermerà quanto trovato.

La facciata attuale della chiesa di San Paolo, conosciuta anche come San Paolino
La facciata attuale della chiesa di San Paolo, conosciuta anche come San Paolino

IL QUADRO DELLA FAMIGLIA RAMERINI A FIRENZE

Da quanto sono riuscito a trovare nei registri dei battesimi entrambe le famiglie Ramerini, quella di Zanobi e quella di Lorenzo vivono nel popolo della chiesa di San Paolo (San Paolino). Un quartiere nel cuore artigianale della città dell’epoca, situato tra la Basilica di Santa Maria Novella e la Chiesa di San Salvatore a Ognissanti. Questa chiesa all’epoca aveva la facciata rivolta verso l’attuale via di San Paolino come si può chiaramente vedere nella Pianta di Firenze del Buonsignori (Nova pulcherrimae civitatis Florentiae topographia accuratissime delineata) del 1584. La chiesa di San Paolo fu soppressa nel 1619 ed unita a S. Salvatore in Ognissanti.

La chiesa di San Paolino nella Pianta del Buonsignori (Nova pulcherrimae civitatis Florentiae topographia accuratissime delineata) del 1584.
La chiesa di San Paolino nella Pianta del Buonsignori (Nova pulcherrimae civitatis Florentiae topographia accuratissime delineata) del 1584.

LA FAMIGLIA DI JACOPO

Ricapitolando abbiamo trovato che il nonno di Jacopo si chiamava Bastiano, probabilmente il nome di suo padre è Lorenzo, ma potrebbe essere anche Leonardo (Lionardo), nome che ho trovato in ricerche successive (nei due documenti è indicato “di Lo”).22 Ci sono poi due suoi figli: Zanobi e Lorenzo entrambi nascono nella parrocchia di Ognissanti a Firenze.

Da quanto ho potuto trovare nei registri, Zanobi, che nasce nel 1568, ha una famiglia numerosa. Ho trovato almeno sei figli maschi: Jacopo nato nel 1594, Quintilio nato nel 1597 (in questo caso il nome sembra indicare che sia il quinto figlio, ma prima di lui ho trovato solo due figli (Maria e Jacopo), per cui probabilmente ci sono altri due figli da scoprire nei registri), Antonio nato nel 1600, Giuseppe nato nel 1605, Bastiano nato nel 1608, e Giuliano nato nel 1611, tutti nascono nella parrocchia di San Paolo. Sappiamo anche il nome della moglie di Zanobi: Caterina di Giuliano. Ho poi trovato tre figlie femmine: Maria, nata nel 1592, Lucrezia nata nel 1604 e Cecilia nata nel 1615.

In particolare interessante è il mestiere di Zanobi che compare nel battesimo di Maria, battezzata il 6 luglio 1592: “Maria di Zanobi di Bastiano linaiolo, e di Caterina, Popolo San Pagolo (San Paolo). Nacque adì 5…”.23 Quindi in origine Zanobi era linaiolo. Questa la definizione che ne dà il Vocabolario dell’Accademia della Crusca: “Compratore e venditore di lino, e un tempo anche di panni di lino”.24

Mentre già due anni dopo in occasione del battesimo di Jacopo il mestiere indicato per Zanobi sembra essere il legnaiolo. Anche nel battesimo di Quintilio, battezzato il 16 luglio 1597, è nuovamente ripetuto il mestiere di legnaiolo: “Quintilio di Zanobi di Bast.no legn.o, e di Caterina di Giuliano, Popolo San Pauolo (San Paolo), n. adì 15 ….”25. Tale mestiere è confermato anche nel battesimo di Antonio, battezzato il 20 aprile 1600, anche qui sono riportate le stesse informazioni: “Antonio di Zanobi di Bast.no legn.o, e di Cat.na di Giuliano, P.lo di S. Pauolo (San Paolo), adì 19…”26

Un altra sorella di Jacopo viene battezzata il 3 marzo 1604 (1603 secondo il calendario fiorentino): “Lucrezia di Zanobi di Bastiano legn.lo (legnaiolo), e di Caterina di Giuliano, Popolo San Pagolo (San Paolo). n. adì 2…”.27 Anche in questo caso il mestiere di Zanobi è indicato come legnaiolo. Tale mestiere è indicato nel Vocabolario dell’Accademia della Crusca come “Artefice, che lavora il legname”.28 Quindi un ottima palestra per Jacopo, che all’epoca ha 10 anni, per imparare a lavorare e modellare il legno, materiale principe utilizzato per la costruzione degli strumenti musicali. Il quartiere dove vivono, situato tra la Chiesa di Ognissanti e la Basilica di Santa Maria Novella, è un quartiere popolato da artigiani, un ottimo posto per un ragazzo sveglio e di talento che voglia imparare i segreti del mestiere.

Un altro fratello di Jacopo che ho trovato, il cui nome è Bastiano, come il nonno, nasce nel 1608 e viene battezzato il 7 dicembre 1608: “Bastiano di Zanobi di Bast.no Ramerini, e di Caterina di Giuliano Bia(n)chini29, p.lo di San Pauolo …”30 In questo documento di battesimo oltre alla conferma del cognome Ramerini viene indicato anche il cognome della mamma di Jacopo: Caterina di Giuliano Bianchini.

Mentre nel battesimo di un altro fratello, Giuliano, avvenuto il 13 ottobre 1611 viene indicato il mestiere del babbo della moglie di Zanobi: “Giuliano di Zanobi di Bast.o Ramerini, e di Cat.na di Giul.o carrozzaio, P.lo di S. Pauolo…”.31 Quindi Giuliano Bianchini, babbo di Caterina, madre di Jacopo Ramerini faceva il carrozzaio, cioè costruiva le carrozze.32 Il battesimo di Cecilia, l’ultima nata della famiglia, e battezzata il 24 luglio 1615 “Cecilia di Zanobi di Bast:no Ramerini et di Caterina di Giuliano carroziere, p.lo di S. Pagolo. Nata adì 23 detto…”33 ci indica invece che il babbo di Caterina era carrozziere, mestiere che secondo il Vocabolario della Crusca indica “colui che guida la carrozza, lo stesso che Cocchiere”.34

Quindi ricapitolando: Zanobi Ramerini e Caterina di Giuliano Bianchini hanno almeno sei figli maschi, Jacopo (1594), Quintilio35 (1597), Antonio (1600), Giuseppe (1605), Bastiano (1608), e Giuliano (1611), e tre figlie femmine, Maria (1592), Lucrezia (1604) e Cecilia (1615).

LA FAMIGLIA DI TOMMASO

Per quanto riguarda il fratello di Zanobi, Lorenzo, nato nel 1565, conosciamo il figlio Tommaso nato nel 1599, anche lui come i suoi cugini nasce nella parrocchia di San Paolo.36 La madre di Tommaso è Domenica di Giovanni. Un altro fratello di Tommaso, di nome Andrea, viene battezzato nello stesso anno in cui nasce Jacopo, il 27 agosto 1594: “Andrea di Lorenzo di Bastiano rig.e et di Dom.ca popolo San Pauolo nato adì 26…”37

Mentre nel registro di battesimo di una sorella di Tommaso, Maddalena, battezzata l’11 novembre 1592, è indicato per esteso il mestiere di Lorenzo, padre di Tommaso: “Maddalena di Lorenzo di Bastiano rigattiere, e di Dom. (Domenica) popolo di San Pagolo. Nacque detto dì a h 5….”.38 Quindi Lorenzo era rigattiere. Questa la definizione che ne dà il Vocabolario dell’Accademia della Crusca: “Rivenditor di vestimenti, e di masserizie usate”. Un’altra sorella di Tommaso viene battezzata il 26 gennaio 1597 “Margherita di Lorenzo di Bastiano Damerini, e di Domenica di Giovanni, popolo di San Pauolo (San Paolo)…”.39

Quindi ricapitolando: Lorenzo Ramerini e Domenica di Giovanni hanno almeno due figli maschi, Andrea (1594) e Tommaso (1599), e due figlie femmine, Maddalena (1592) e Margherita (1597).

La via di San Paolino, la zona di Firenze dove viveva la famiglia di Jacopo Ramerini. Su questa via all'epoca di Jacopo si affacciava la facciata della chiesa di San Paolino
La via di San Paolino, la zona di Firenze dove viveva la famiglia di Jacopo Ramerini. Su questa via all’epoca di Jacopo si affacciava la facciata della chiesa di San Paolino

IL TRASFERIMENTO A ROMA

A questo punto continuiamo con la vita di Jacopo. Dopo aver lavorato per alcuni anni a Firenze Jacopo si trasferisce a Roma. A Roma lo seguono il cugino Tommaso e probabilmente anche il fratello Giuseppe, il babbo di Pietro.

Il professor Patrizio Barbieri ha rintracciato diversi documenti che fanno luce sulla vita di Jacopo a Roma. C’è il contratto del primo matrimonio con Margherita Alba del 1627. Jacopo si trova a Roma almeno dal 7 Gennaio 1627, quando si sposa con Margherita Alba, vedova che aveva 10 anni più di lui e che porta in dote 1100 scudi in moneta e proprietà. Nel documento del suo Contratto di matrimonio con Margherita Alba è riportato: “Iacobus fil. Di Zanobij Ramerini florentinus, cimbalarius in Urbe”.40 Ci sono poi i tre testamenti stilati da Jacopo: 1648, 1656, 1674.41

Nello Stato delle Anime del 1646 della Parrocchia di San Lorenzo in Lucina sulla Strada Paolina sono indicati: Jacomo Ramerini, Maddalena Alba moglie e Francesca serva. In un altro documento, anche questo trovato dal professor Patrizio Barbieri, cioè il primo testamento del 1648, Jacomo Ramerini nomina erede universale la prima moglie Margherita Alba.42 Mentre nel testamento del 1656 43 che il professor Barbieri scrive di non aver esaminato, e che non è presente nell’Archivio di Stato di Roma, ma che sono riuscito a trovare nell’Archivio Storico Capitolino sono indicati oltre al nome di Giuseppe Ramerini anche i nomi di Antonio Ramerini e di Giuliano Ramerini, due dei fratelli di Jacopo che ho trovato nei registri dei battezzati di Firenze. Nel documento viene citata anche la moglie di Jacopo, Margherita Alba.

A Roma, Jacopo ebbe, sembra a partire dal 1650, la sua bottega e la sua casa in via del Babuino, all’altezza di via dei Greci. La sua abitazione a Roma era formata da tre stanze, loggia e bottega. La bottega rimase aperta fino all’anno della sua morte.44

Diversi documenti, principalmente note di spesa rilasciate per i lavori da lui svolti, ci danno un idea della sua attività a Roma. Tra il 1647 e il 1650 lavora per i Pamphilj dove restaura e risistema organi e cimbali. Nel 1654 restaura e ripulisce l’organo della Consolazione. Lavora ancora negli anni successivi fino al 1658 per i Pamphilj. Poi nel 1662 risistema due organi per Flavio Chigi, tra cui uno che doveva essere messo nella cappella Chigi nel Duomo di Siena.45

IL VIAGGIO A SIENA PER L’ORGANO DELLA CAPPELLA DEL VOTO NEL DUOMO

Nel 1662 Jacopo restaura per i Chigi questi due organi. Uno degli organi sarà inviato a Siena, mentre l’altro resterà nel Palazzo Chigi ai SS. Apostoli. Nel mese di aprile 1663 il lavoro di restauro di Jacopo è terminato. L’organo per Siena viene trasferito via mare a Livorno e poi portato a Siena. Successivamente anche Jacopo si trasferisce a Siena dove a partire dal mese di agosto 1663 si dedica a rimontare l’organo restaurato nella Cappella del Voto nel Duomo di Siena.46

La facciata del Duomo, Siena. Author and Copyright Marco Ramerini
La facciata del Duomo, Siena. Marco Ramerini

Il lavoro è lungo anche perché Jacopo è malato. Ma alla fine riesce a fare un buon lavoro che è molto apprezzato in una lettera scritta dal cavaliere senese Lodovico De Vecchi. La struttura originale dell’organo fu sostituita nel 1671, ma la cassa dell’organo presente a Siena sembra ancora essere quella originale fatta da Jacopo Ramerini. Per approfondire consiglio di leggere il dettagliatissimo studio su questo organo fatto da Alexandra Nigito (Basel).47

GLI ULTIMI ANNI DELLA SUA VITA

Il 12 luglio 1666 muore la sua prima moglie, Maddalena Alba. Nel 1667 Jacopo si risposa con Camilla Benincasa, vedova, che gli porta in dote 1000 scudi. Al riguardo c’è un altro documento ritrovato da Barbieri, la dote della moglie Camilla Benincasa.48 Il nuovo matrimonio non porterà figli, Jacopo è infatti già anziano.49 Come detto sopra, Jacopo Ramerini ebbe il compito tra il 1666 e il 1671 di fare la manutenzione di alcuni strumenti di Palazzo Borghese, tra cui il suo speciale “cimbalo piano e forte a tre registri”.50

A Roma oltre a suo nipote Pietro Ramerini (figlio di Giuseppe), il professor Patrizio Barbieri ha individuato un altro Ramerini parente di Jacopo: in uno dei testamenti di Jacopo viene infatti citato suo cugino Tommaso Ramerini, la moglie Cecilia e le loro due figlie Vittoria e Anna. Mentre nello Stato d’Anime del 1671, risulta che il nipote Pietro Ramerini viveva, con la moglie Angela, nella casa di Roma assieme a Jacopo.51 Probabilmente il nipote e la moglie si erano trasferiti nella casa di Jacopo a Roma per assisterlo. Anche se come appare chiaramente dal suo ultimo testamento, Jacopo deve aver avuto un rapporto conflittuale con la moglie del nipote.

IL TESTAMENTO DEL 1674

Nel suo testamento finale del 19 settembre 167452, Jacopo, nomina usufruttuaria dei suoi beni mobili e immobili la moglie Camilla Benincasa (tra cui una stanza a Monterotondo). Ma alla morte della moglie vuole che l’usufrutto vada a Cecilia moglie di suo cugino Tommaso Ramerini (evidentemente già morto) e alle loro due figlie Vittoria e Anna. Al nipote Pietro Ramerini lascia gli oggetti e i materiali presenti nella sua casa a Roma. Nel testamento si parla anche di un “organo dell’opera grande mia non finita” che si trova nella sua bottega. Al nipote Pietro Ramerini lascia una spinetta e un buffetto che si trovano nella sua bottega. Pietro viene anche nominato erede usufruttuario della vigna, del canneto, censi, crediti e delle case che Jacopo possiede a Monterotondo.53

[Una curiosità, a Monterotondo, almeno a fine ottocento, risultano alcune famiglie di Ramarini, tra l’altro c’è anche un teatro dedicato a un certo Francesco Ramarini e una via dedicata ad Ercole Ramarini, da quanto ho potuto trovare, il cognome Ramarini sembrerebbe presente quasi solo in questa piccola area del Lazio. Suggestiva ipotesi: Che siano i discendenti del nipote di Jacopo e che il cognome attuale sia dovuto ad una trascrizione errata? A corroborare questa mia ipotesi: già nel testamento di Jacopo del 1674 il suo cognome è cambiato per alcune volte in Ramarini…... Interessante spunto per una ricerca più approfondita.]

Il testamento di Jacopo ha poi particolareggiate disposizioni su diversi beni che ci fanno capire la meticolosità e la precisione di Jacopo. Inoltre tra le righe si capisce che Jacopo non abbia un buon rapporto con Angela, la moglie del nipote Pietro. Infatti in caso la moglie sopravvivesse al nipote Pietro, a lei non andrebbe niente dell’eredità. A lei e a sua madre, Jacopo lascia solamente “la stanza che gode al pnte” a condizione che ogni anno, qualche giorno prima della festa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, chieda il permesso di abitarla alla sacrestana del Monastero di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. In caso di mancanza di richiesta da parte della moglie di Pietro le due donne sarebbero escluse dall’utilizzo della stanza e la proprietà della stessa andrebbe alle monache.54

Jacopo Ramerini morì, a quasi 80 anni di età, a Roma il 1 ottobre 1674 senza lasciare figli. Nel suo testamento fa esplicita richiesta di essere sepolto nella chiesa di San Lorenzo in Lucina a Roma, dove richiede che siano celebrate duecento messe in suo nome. Anche qui sarebbe interessante scoprire se esiste sempre la sua tomba. Inoltre dal momento che sembra abbia vissuto per gran parte, se non per tutto il periodo di vita a Roma nella parrocchia di San Lorenzo in Lucina, sarebbe molto interessante ricercare negli archivi della chiesa gli atti di matrimonio, di morte e altri stati d’anima. In tali documenti potrebbero esserci altre informazioni interessanti sulla sua vita.

IL TESTAMENTO DEL CUGINO TOMMASO

Infine a Roma sono riuscito a trovare negli indici dell’Archivio di Stato un altro testamento del quale non ho trovato notizia negli studi di Patrizio Barbieri. Si tratta del testamento del cugino di Jacopo, Tommaso Ramerini datato 17 ottobre 1653.55 Purtroppo però il documento non è presente nell’Archivio di Stato di Roma. Ma fortunatamente sono riuscito a trovarlo nell’Archivio Storico Capitolino. Nel documento (formato da due fogli) è riportato il nome del padre di Tommaso, Lorenzo, che corrisponde a quello che ho trovato nel registro dei battezzati di Firenze: “Thomas Ramerinus fil. q. Laurentii florentinus…”. Trovare nel suo testamento il nome di suo padre ha permesso di avere la certezza anche per quello che riguarda la famiglia di Tommaso Ramerini. Nel testamento di Tommaso, oltre alla moglie Cecilia, sono nominate anche tre sue figlie: Margherita, Vittoria e Anna.

Il testamento di Tommaso Ramerini con la conferma del nome di suo padre
Il testamento di Tommaso Ramerini con la conferma del nome di suo padre

LA FAMIGLIA RAMERINI

NOTE

1 Nei documenti fiorentini è riportato come Jacopo Ramerini, quindi, Jacopo era il suo nome originale

2 Vedi al riguardo i testi inseriti nella bibliografia.

3 Ho trovato il suo registro di battesimo nel Duomo di Firenze, fu battezzato il 13 marzo 1595 (1594 secondo il calendario fiorentino dell’epoca): “Gio: Batta di Fran.co di Gio: Batta Doni e di Fustina del Tovaglia nel Popolo di San Jacopo. Comp.re Fran.co Capponi e Comare Maria Costanza Magalotti ne Barberini”.

4 “Compendio del trattato de’ generi e de’ modi della musica” di Giovanni Battista Doni pp. XXIX e 71 (Roma, 1635)

5 Marin Mersenne, “Novarum observationum physico-mahematicarum . . .” Tomus III (Paris, 1647), p.166. Marin Mersenne ”Harmonie universelle, contenant la théorie et la pratique de la musique” 1, 1636-1637. Patrizio Barbieri “Harpsichords and spinets in late Baroque Rome” Early Music, 40-1 (February 2012) pp. 55-72

6 Patrizio Barbieri “I cembalari della Roma di Bernardo Pasquini: un censimento, con aggiornamenti sui loro strumenti” Pasquini Symposium. Atti, ed. Armando Carideo, Trento, Giunta della Provincia Autonoma di Trento, 2012, pp. 139-153

7 Arnaldo Morelli, “Storia della cembalaria e tipologia della documentazione. Alcuni esempi, in Fiori musicologici.” Studi in onore di Luigi Ferdinando Tagliavini nella ricorrenza del suo LXX compleanno, a curadi François Seidoux et al., Bologna, Patron, 2001, pp. 379-396

8 Arnaldo Morelli, “Storia della cembalaria e tipologia della documentazione. Alcuni esempi, in Fiori musicologici.” Studi in onore di Luigi Ferdinando Tagliavini nella ricorrenza del suo LXX compleanno, a curadi François Seidoux et al., Bologna, Patron, 2001, pp. 379-396

9 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

10 Giulia Montanari “Strumenti a penna cromatico-enarmonici e traspositori alla corte granducale fiorentina nel XVII secolo” Recercare (2008)

11 Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio Borghese 5666 n. 317

12 “1714 Inventario dei Beni Ereditari di Pietro Minutillo Caffarelli”. Archivio di Stato di Roma. Segnatura: 30 Notai Capitolini, ufficio 8, vol. 262, f. 263 e sseg. Oggetto n° 87 [f.#267r]

13 Giulia Montanari “I piccoli organi della Guardaroba Medicea nel XVII secolo” Informazione Organistica (2008). Guardaroba Medicea: B 0/2 a c 183 n. 1 c. 101 destra / Jhs Ma M.D.C.X.V.III

14 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 25 maggio 1568

15 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 20 ottobre 1599

16 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 17 ottobre 1594

17 Anche se il numero sul documento sembra un 24, ma controllando i numeri prima e dopo e i giorni della settimana si chiarisce che la data del battesimo è il venerdì 15 aprile.

18 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 15 aprile 1605

19 Quietanza del 16-10-1674 [AS, 30, notai capitolini, uff. 14 (notaio L. Rosselli) istrumenti]

20 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 19 luglio 1565

21 Vedi quanto riportato nel battesimo di Zanobi.

22 Documenti di battesimo di Zanobi e di Lorenzo.

23 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 6 luglio 1592

24 “Vocabolario degli Accademici della Crusca” 5 ° Ed. 1811-1923

25 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 16 luglio 1597. Inserito per errore alla lettera C (Cuintilio) con la nota “deve dirsi Quintilio”

26 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 20 aprile 1600. Antonio potrebbe essere (anche se l’età in cui avrebbe fatto i figli è piuttosto avanzata, tra i 51 e i 59 anni) l’Antonio di Zanobi Ramerini del quale ho trovato 6 figli battezzati tra il 1651 e il 1659.

27 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 3 marzo 1604 (1603 del calendario fiorentino dove l’anno iniziava il 25 marzo)

28 “Vocabolario degli Accademici della Crusca” 5 ° Ed. 1811-1923 pp. 44-45

29 L’apostrofo presente nel documento indica la “N”

30 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 7 dicembre 1608

31 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 13 ottobre 1611

32 Carrozzaio: Artefice, che fabbrica le carrozze. “Vocabolario degli Accademici della Crusca” 5 ° Ed. 1811-1923 vol.1 p. 577

33 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 24 luglio 1615

34“Vocabolario degli Accademici della Crusca” 5 ° Ed. 1811-1923 p. 577

35 Probabilmente ci dovrebbero essere altri due fratelli o sorelle nati/e prima di Quintilio, il cui nome sembra indicare essere il quinto figlio. Mentre io ne ho per adesso trovati solo due nati prima di lui. In alcuni anni, specie per i nomi femminili i registri dei battesimi sembrano incompleti.

36 Si tratta della chiesa di San Paolo Apostolo, conosciuta anche come chiesa di San Paolino. La chiesa è vicinissima a quella di Ognissanti.

37 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 27 agosto 1594

38 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 11 novembre 1592

39 Registri dei battezzati del Battistero di Firenze: 26 gennaio 1597

40 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209 (Archivio di Stato di Roma, 30 Notai Capitolini, uff. 20, vol 85, f. 44)

41 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

42 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209 (AS, notai tribunale dell’A.C., sez. 42 (notaio T. Agostini), prot. 6861, 21-1-1648)

43 AS, notai tribunale, (notaio Joannes Ciancarinus – uff. 21) Volume 8. Intestazione “Testamenta 1652 ad 1659” Estremi cronologici 1652-1659) 7-11-1656

44 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

45 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209 e Alexandra Nigito (Basel) “L’organo della Cappella del Voto del Duomo di Siena”, in In organo pleno. Festschrift für Jean-Claude Zehnder zum 65. Geburtstag, hrsg. von Luigi Collarile und Alexandra Nigito, Bern etc., Lang 2007 (Publikationen der Schweizerischen Musikforschenden Gesellschaft, Serie II, Bd. 48), S. 175-226

46 Alexandra Nigito (Basel) “L’organo della Cappella del Voto del Duomo di Siena”, in In organo pleno. Festschrift für Jean-Claude Zehnder zum 65. Geburtstag, hrsg. von Luigi Collarile und Alexandra Nigito, Bern etc., Lang 2007 (Publikationen der Schweizerischen Musikforschenden Gesellschaft, Serie II, Bd. 48), S. 175-226

47 Alexandra Nigito (Basel) “L’organo della Cappella del Voto del Duomo di Siena”, in In organo pleno. Festschrift für Jean-Claude Zehnder zum 65. Geburtstag, hrsg. von Luigi Collarile und Alexandra Nigito, Bern etc., Lang 2007 (Publikationen der Schweizerischen Musikforschenden Gesellschaft, Serie II, Bd. 48), S. 175-226

48 AS, 30, notai capitolini, uff. 24, prot 267, instrumenti del 13-6 e 27-8-1667

49 Ha infatti 73 anni.

50 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

51 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

52 Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209 (AS, 30 notai capitolini uff. 14 (notaio L. Rosselli) testamenti, 1-10-1674)

53 (AS, 30 notai capitolini uff. 14 (notaio L. Rosselli) testamenti, 1-10-1674)

54 (AS, 30 notai capitolini uff. 14 (notaio L. Rosselli) testamenti, 1-10-1674)

55 Thomas Ramerinus: 17 ottobre 1653 (notaio: Tenaglinus – uff. 16) Volume 8 Intestazione Testamenta da 1652 ad 1659. Estremi cronologici 1652_1659 P. 171

BIBLIOGRAFIA

Molti degli studi del professor Patrizio Barbieri parlano di Jacomo o Jacopo Ramerini. Per chi è interessato ad approfondire la storia degli strumenti musicali dell’epoca consiglio una lettura delle sue interessanti e dettagliatissime ricerche.

Patrizio Barbieri “I cembalari della Roma di Bernardo Pasquini: un censimento, con aggiornamenti sui loro strumenti” Pasquini Symposium. Atti, ed. Armando Carideo, Trento, Giunta della Provincia Autonoma di Trento, 2012, pp. 139-153

Patrizio Barbieri “Harpsichords and spinets in late Baroque Rome” Early Music, 40-1 (February 2012) pp. 55-72

Patrizio Barbieri “Cembalaro, organaro, chitarraro e fabbricatore di corde armoniche” nella “Polyanthea technica” di Pinaroli (1718-32). Recercare, I (1989) pp. 123-209

Giulia Montanari “I piccoli organi della Guardaroba Medicea nel XVII secolo” Informazione Organistica (2008)

Giulia Montanari “Strumenti a penna cromatico-enarmonici e traspositori alla corte granducale fiorentina nel XVII secolo” Recercare (2008)

Arnaldo Morelli, “Storia della cembalaria e tipologia della documentazione. Alcuni esempi, in Fiori musicologici.” Studi in onore di Luigi Ferdinando Tagliavini nella ricorrenza del suo LXX compleanno, a curadi François Seidoux et al., Bologna, Patron, 2001, pp. 379-396

Alexandra Nigito (Basel) “L’organo della Cappella del Voto del Duomo di Siena”, in In organo pleno. Festschrift für Jean-Claude Zehnder zum 65. Geburtstag, hrsg. von Luigi Collarile und Alexandra Nigito, Bern etc., Lang 2007 (Publikationen der Schweizerischen Musikforschenden Gesellschaft, Serie II, Bd. 48), S. 175-226

Jason Thomas Ciejka “The Cavaliere Carlo Rainaldi (1611-1691): Architecture and Identity in Seventeenth-Century Rome” B.A., The College of William & Mary, 2001

Giovanni Battista Doni “Compendio del Trattato de’ generi e de’ modi della musica” Editore: Andrea Fei, Roma 1635.

“1714 Inventario dei Beni Ereditari di Pietro Minutillo Caffarelli”. Archivio di Stato di Roma. Segnatura: 30 Notai Capitolini, ufficio 8, vol. 262, f. 263 e sseg. Oggetto n° 87 [f.#267r]

Marin Mersenne ” Novarumobservationum physico-mahematicarum. . .” Tomus III (Paris, 1647), p. 166

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