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La visita del secondo piano di Palazzo Vecchio comincia con le sale del cosiddetto Quartiere degli Elementi. Queste sale erano le stanze private di Cosimo I. In questa sezione del palazzo si trovano: la Sala degli Elementi, la Sala di Opi, la Sala di Cerere con lo Scrittoio di Calliope, la Sala di Giove, il Terrazzo di Giunone, la Sala di Ercole, lo Scrittoio di Minerva e il Terrazzo di Saturno. Tutte le sale di questa parte del palazzo sono decorate da affreschi allegorici realizzati in parte da Battista del Taso e successivamente da Giorgio Vasari e dai suoi collaboratori, tra cui principalmente Cristofano Gherardi detto il Doceno e Marco da Faenza.
LA SALA DEGLI ELEMENTI
Nella prima sala che si visita, la Sala degli Elementi, a cui si arriva direttamente dalle scale che arrivano dal primo piano, si trovano alle pareti gli affreschi de: l’Allegoria della Terra con le primizie della Terra offerte a Saturno, l’Allegoria dell’Acqua con la Nascita di Venere, e l’Allegoria del Fuoco con la Fucina di Vulcano. Sul soffitto della sala è l’affresco dell’Allegoria del’Aria rappresentato da Saturno che mutila il cielo. Tra le due finestre si trovano gli affreschi degli dei Mercurio e Plutone. In questa sala si trova anche un camino in marmo opera di Bartolomeo Ammannati.
LE SALE DI OPI E DI CERERE
La seconda sala che viene visitata è la Sala di Opi, il pavimento della sale è originale e al centro è la scritta COSM. MEDIC-DUX-FLORE-II-MDLVI, datato 1556, sul soffitto troneggia l’affresco del Trionfo della dea Opi. La terza sala che viene visitata è la Sala Cerere con al soffitto il bel affresco di Cerere che cerca la figlia Proserpina rapita da Plutone. Accanto a questa sala si trova il piccolo Scrittoio di Calliope.
LA SALA DI GIOVE E IL TERRAZZO DI GIUNONE
Da qui si torna si attraversano nuovamente le sale di Cerere e di Opi e si giunge alla Sala di Giove. Questa sala è dedicata a Giove padre degli dei e figlio di Saturno e Opi. Sul soffitto della sala è la bella rappresentazione di Giove allevato dalle ninfe e allattato dalla capra Amaltea. Qui si trova anche uno stipo in ebano del XVII secolo intarsiato con pietre dure. Accanto alla Sala di Giove si trova il cosiddetto il Terrazzo di Giunone, in origine formato da un loggiato a colonne oggi chiuso da un muro. Sul soffitto si trova la rappresentazione di Giunone sopra un carro trainato da pavoni, tra le allegorie dell’Abbondanza e della Podestà. In questa sala si trova il famoso Putto con delfino di Andrea del Verrocchio, opera eseguita attorno al 1480.
LA SALA DI ERCOLE
Si giunge quindi alla Sala di Ercole che ospita un bello stipo in ebano del XVII secolo con intarsi in pietre dure e al soffitto presenta il dipinto a olio su tavola di Ercole che strozza i serpenti mandati nella sua culla da Giunone. In questa sala è esposto anche il dipinto della Madonna col Bambino e San Giovannino di attribuzione incerta, probabilmente opera del cosiddetto “Maestro del Tondo Miller” oppure di Sebastiano Mainardi o Jacopo del Sellaio. Questo quadro è famoso per la presenza di uno strano oggetto che assomiglia ad un disco volante alla destra della Madonna.
LO SCRITTOIO DI MINERVA E IL TERRAZZO DI SATURNO
La visita al quartiere degli Elementi termina con lo Scrittoio di Minerva e il Terrazzo di Saturno. Il Terrazzo di Saturno è un loggiato che si affaccia su Firenze e che ospita un soffitto decorato da Giorgio Vasari e Giovanni Stradano. Mentre il piccolo Scrittoio di Minerva ospitava le statue in marmo di piccolo formato della collezione di Cosimo I. Queste ultime due stanze durante la stagione invernale sono chiuse alle visite.
La visita del secondo piano di Palazzo Vecchio prosegue attraverso le sale del Quartiere di Eleonora di Toledo.
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