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La cupola di San Donnino: dov’era la città di Semifonte

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Questa cupola è la riproduzione in scala 1:8 della cupola del Duomo di Firenze

Nella campagna attorno a Barberino Val d’Elsa si trovano alcuni interessanti borghi medievali, come quelli di Tignano e Linari, e edifici religiosi, come quelli della Pieve di Sant’Appiano e della cappella di San Donnino. In questa pagina scriveremo della cappella di San Donnino. Questa piccola cappella si trova lungo la strada che collega Barberino Val d’Elsa con Certaldo, a soli 5 km dal borgo medievale di Barberino Val d’Elsa. Proveniendo da Barberino, in direzione di Certaldo, si supera il borgo di Petrognano e dopo circa 1 km s’incontra questa semplice cappella sormontata da una bella cupola.

L’ANTICA SEMIFONTE

Secondo recenti studi, nell’area in cui oggi sorge la cupola di San Donnino sorgeva il mastio dell’antica città di Semifonte, la Rocca di Capo Bagnolo. Questa città, avamposto imperiale situato ai confini del territorio della Repubblica di Firenze, fu fondata tra il 1177 e il 1181 come fortilizio degli Alberti. Semifonte fu conquistata e rasa al suolo dai fiorentini nella primavera del 1202. Dopo la sua distruzione la Repubblica di Firenze vietò la costruzione di qualunque tipo di edificio nell’area dove sorgeva Semifonte.

Cupola di San Donnino, Barberino Val d'Elsa. Autore e Copyright Marco Ramerini
Cupola di San Donnino, Barberino Val d’Elsa. Autore e Copyright Marco Ramerini

La cappella, intitolata a San Michele Arcangelo, fu progettata da Santi di Tito e fu costruita tra il 1594 e il 1597. Questa cappella, che ha una struttura a pianta ottagonale, è famosa per essere sormontata da una cupola che è la riproduzione in scala 1:8 (ma secondo Bruno Rinaldi è in scala 1:5,5) della cupola del Brunelleschi del Duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze. Il finanziatore dell’opera fu Giovan Battista di Neri Capponi. Egli per edificare la cappella dovette chiedere al granduca Ferdinando I un permesso speciale. Perché il divieto di edificare ogni tipo di costruzione nell’area della città di Semifonte era ancora in vigore 400 anni dopo la distruzione della città.

Scritto da Marco Ramerini.

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