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L’Abbazia di San Galgano si raggiunge da Siena prendendo la strada statale n.73 in direzione Rosia e Frosini. Quattro chilometri prima di arrivare a Monticiano si prende a destra la statale n.441 per Massa Marittima e dopo un paio di chilometri si gira a sinistra per la strada che porta all’Abbazia.
I resti di questa abbazia, con pianta a croce latina, rivestita in travertino e mattoni, e con il cielo come copertura sono affascinanti e suggestivi.
LA STORIA
La costruzione del complesso avvenne per opera dei monaci cistercensi tra il 1224 e il 1288. L’edificio si ispira alle chiese cistercensi edificate nello stesso periodo in Francia, ed è il più importante esempio dello stile gotico-cistercense presente in Toscana.
L’abbazia ebbe origine da una chiesetta eretta nel 1180 da Galgano Guidotti (San Galgano), nobile cavaliere nativo di Chiusdino, che qui trascorse in eremitaggio gli ultimi anni anni della sua vita.
Dopo la morte del santo i monaci Cistercensi costruirono in suo onore un monastero, nel XIII secolo il monastero di San Galgano divenne il più importante e potente della zona, possedendo un vasto territorio attorno all’abbazia.
La decadenza dell’Abbazia iniziò a partire dal XIV secolo, quando fu saccheggiata per due volte da Giovanni Acuto (l’inglese John Hawkwood, soldato mercenario a cui Firenze, per i suoi servigi, concesse quale residenza il Castello di Montecchio Vesponi) e si accentuò nel XV e XVI secolo.
Nel 1577 fu tentato un restauro della struttura, ma il degrado non si fermò, tanto che nel 1786 cadde il campanile (era alto 36 metri) e poi crollò anche la copertura a volte.
RESTI SUGGESTIVI
La facciata rimasta incompiuta ha 4 colonne, sopra le colonne sono visibili gli aggetti che dovevano sorreggere il portico, che però non fu mai costruito. La struttura esternamente misura 72 metri di lunghezza e 21 metri di larghezza. Il portale d’accesso è decorato da un architrave con un fregio di foglie d’acanto.
L’interno della chiesa, maestoso e immenso, ha pianta a croce latina, ed è a tre navate, con 16 colonne con bei capitelli lavorati. Le arcate sono a sesto acuto con doppio archivolto. Il transetto è a tre navate. L’abside ha sei monofore a sesto acuto e due oculi uno grande e uno piccolo che conferiscono a tutta la struttura architettonica uno straordinario senso di leggerezza ed eleganza. Un grande oculo, con resti della decorazione del rosone, è presente nella testata del transetto destro. I fianchi della chiesa presentano muri con monofore e bifore ogivali.
L’Abbazia di San Galgano, uno degli esempi più belli dello stile gotico cistercense in Italia, conserva ancora oggi, nonostante i danni del tempo e forse proprio grazie al suo suggestivo aspetto di rudere, una grandiosità solenne che lascia intuire l’antica bellezza.
A pochi centinaia di metri dai ruderi dell’abbazia, sopra una collina, si trova una piccola cappelletta (Chiesetta di Montesiepi) ricca di affreschi e con al suo interno la famosa spada nella roccia di San Galgano.
BIBLIOGRAFIA
- AA. VV. “Toscana” Guide Rosse Touring Club Italiano, 2007
- Scali Luciano, Anselmi Barbara, Zangrandi Camillo, cur. Ass. culturale di Murlo “Val di Merse. Casole d’Elsa, Chiusdino, Monticiano, Murio, Radicondoli, Sovicille” 2005, Aska Edizioni
- cur. Benvenuti A. “La spada nella roccia. San Galgano e l’epopea eremitica di Montesiepi” 2004, Mandragora
- Marini Massimo “Chiusdino. Il suo territorio e l’Abbazia di San Galgano” 1995, NIE
- Cardini Franco “San Galgano e la spada nella roccia” 2000, Cantagalli
- Conti Andrea “San Galgano: il santo, l’eremo, l’abbazia. Storia e storie intorno alla spada nella roccia” 2011, Aska Edizioni
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