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1789: Un assassinio a Linari nell’anno della Rivoluzione Francese

Scritto e ricercato da Marco Ramerini

Ricercando nel libro dei morti della parrocchia di Linari sono stato colpito da due pagine interessanti. In questi libri raramente si trovano descrizioni particolareggiate. Infatti nei libri dei morti, di solito sono indicati semplicemente il nome del defunto, la data di morte e i sacramenti impartiti e poco altro. In questo documento, che occupa quasi due pagine del libro, viene narrata con diversi particolari una storia accaduta nel 1789. Questo documento ci racconta un episodio cruento avvenuto nelle nostre zone nell’anno dell’inizio della Rivoluzione Francese, della prima riunione degli Stati Generali (5 maggio 1789) e della presa della Bastiglia a Parigi (14 luglio 1789).

Linari, Barberino Val d’Elsa. Autore e Copyright Marco Ramerini.

Dal “Libro dei morti” della Parrocchia di Santo Stefano a Linari.1

Adi 11 giugno 1789

“Francisco Antonio di Cosimo Agresti barrocciaio di anni sessanta in circa, oriundo di Pietramala e poi domiciliato nella terzia di Santa Croce, essendo poi di ritorno di Maremma su le strada di Siena con suo barroccio carico di otto barili da vino vuoti e di alcuni sacchi da grano parimente vuoti, tirato da un piccolo mulo, ed avendo caricato non si sa qual forestiero, che da Siena veniva alla volta di Empoli tra le ore otto e le nove della sera in mezzo alla Strada Regia Pisana nel luogo detto La Goretta di Fontana in vicinanza delle case Salvestrini dell’ill.mo sig. Marchese Vincenzio Capponi luogo detto la Spada, Sbaragli dell’ ill.mo leg.o caval. Ippolito [Vaubiani ?] d.o (detto) Acqua Fontana Viva, Mezzedimi delle R.R. monache di S. Orsola di Firenze [Boscomarzi], e Burresi della prioria di S. Stefano [a Linari detto Maggiuoli] fu da questo forestiero assalito e lasciato morto [..] dal barroccio tra i […] del mulo con una ferita nella [gola] da cui veniva [trapassato] da parte a parte e un lago di sangue di li a poco essendo stato trovato dal Salvestrini ne fu dal [sudd.to ?] dato parte alla giustizia per mezzo del caporale della squadra di Poggibonsi ed intanto dal detto Salvestrini e da altri vicini fu guardato tutta la notte, è stata continuata la guardia anche tutta questa mattina fino all’atto della visita giuridica la quale è stata effettuata circa le quattro della sera di [questo] dì suddetto [11], mezzo di medico chirurgo e notaio [commissionato] dall’illustrissimo Sig.re Benedetto Persio Falconcini2 vicario regio di Colle di seguito essendo dai visitatori stato ordinato condursi alla Chiesa Parrocchiale, e fu sepolto [que da solo … concujo accompagnati, radunati i fratelli della Compagnia di carità [lo ha seguito] con ogni prontezza facendolo aoficiare dal sig. Bartolomeo Cei sacerdote di Poggibonsi […] incomodato da raffreddore. Condotto alla parrocchiale gli sono state fatte le solite esequie prescritte nel rituale da detto priore […..] assistito dal sig. Bartolomeo Cei suddetto dal [detto] sig. Alfonso Baldeschi parroco di Santa Maria in Linari e dal capo della suddetta compagnia [ad appelo] ha le sei a le sette della sera del di suddetto è stato sepolto ha gli altri di questo popolo.”

DOVE AVVENNE L’ASSASSINIO

Le località descritte nel documento si ritrovano tutte nella cartografia del nuovo catasto del Granducato di Toscana, 1820-1830 riportata on line nello splendido Progetto C A S T O R E – Regione Toscana e Archivi di Stato toscani. Si trova la “Spada” dove abitavano i Salvestrini, ci sono “Acqua Viva”, “Bosco a Marzi” e anche i “Maggioli”.

Le località descritte nel documento si ritrovano tutte nella cartografia del nuovo catasto del Granducato di Toscana, 1820-1830 riportata on line nello splendido Progetto C A S T O R E - Regione Toscana e Archivi di Stato toscani. Si trova la “Spada” dove abitavano i Salvestrini, c'è “Acqua Viva” e “Bosco a Marzi” e anche i “Maggioli”.
Le località descritte nel documento si ritrovano tutte nella cartografia del nuovo catasto del Granducato di Toscana, 1820-1830 riportata on line nello splendido Progetto C A S T O R E – Regione Toscana e Archivi di Stato toscani. Si trova la “Spada” dove abitavano i Salvestrini, c’è “Acqua Viva” e “Bosco a Marzi” e anche i “Maggioli”.

La famiglia Salvestrini a cui si fa riferimento nel documento è quella di Giuliano Salvestrini lavoratore del Capponi che è riportata nello stato d’anime del Comune di Linari per l’anno 1782 inserito nella “Descrizione di tutte le famiglie per i dazzaioli di Tassa di Macine dal primo Gennaio 1778 a tutto Dicembre 1782”3 La conferma che questa fosse la famiglia che scopre l’assassinio è data in un altro stato d’anime, quello del 1778, presente nello stesso documento dove viene indicato Giuliano Salvestrini (40 anni) lavoratore del Capponi alla Spada. Giuliano è sposato con Violante (29 anni) e in totale, incluso lui, la famiglia è composta da 12 persone.4 Infine ho trovato uno stato d’anime del 1789, proprio l’anno in cui avviene l’assassinio, nel quale compare Giulio (probabilmente per Giuliano) Salvestrini di 62 anni con la moglie Violante (50 anni), la famiglia è formata da un totale di 13 persone (tre figli maschi, vari zii, cugini, cognati, nipoti e anche un garzone).5

La “Spada” dove abitavano i Salvestrini. Progetto C A S T O R E - Regione Toscana e Archivi di Stato toscani.
La “Spada” dove abitavano i Salvestrini. Progetto C A S T O R E – Regione Toscana e Archivi di Stato toscani.

Al podere Bosco Marzi delle Monache di S. Orsola di Firenze6, viveva la famiglia di Francesco Mezzedimi (54 anni) con la moglie Teresia (40 anni), con 5 figli, cognata, svariati nipoti e un garzone. In totale la famiglia Mezzedimi è composta da 13 persone nel 1789.

Il podere “Maggiuoli” era un podere della Prioria di Santo Stefano a Linari. Qui viveva la famiglia di Burresi Antonio.7

La famiglia Sbaragli viveva al Podere Acqua Viva.

La “Spada” e "Acqua Viva". Progetto C A S T O R E - Regione Toscana e Archivi di Stato toscani.
La “Spada” e “Acqua Viva”. Progetto C A S T O R E – Regione Toscana e Archivi di Stato toscani.

CHI ERA IL BARROCCIAIO

Per quanto riguarda il povero barrocciaio assassinato il racconto ci fornisce il suo nome: Francisco Antonio di Cosimo Agresti abitante nel terzio di Santa Croce a Firenze, ma originario di Pietramala. Essendo residente a Firenze mi è venuta l’idea di controllare i battesimi del Duomo per vedere se Francesco era sposato e avesse avuto dei figli.

Negli anni tra il 1750 e il 1789 risultano nati alcuni Agresti sono figli di Francesco, Domenico, Antonio e Ferdinando Agresti che risultano essere tutti fratelli perché sono figli di Giuseppe Agresti.8 Tutti risiedono tra Santa Croce e piazza della Signoria nel popolo della Chiesa di San Remigio. Nel documento che parla dell’assassinio viene indicato però che Francesco è figlio di Cosimo e non di Giuseppe come invece riportato nei battesimi, però il quartiere Santa Croce corrisponde, il nome e cognome anche.

Le origini mugellane della famiglia Agresti sono confermate nel fatto che nel battesimo di un figlio di un fratello di Francesco, Ferdinando, i compari di battesimo provengono dal Mugello: una dal popolo di San Jacopo alle Barucce in Mugello e l’altro da Borgo a San Lorenzo. Mentre nei battesimi di Luigi e Maria Teresa Fortunata, figli di Francesco, il compare di battesimo proviene dal popolo di San Cresci a Maciolle, una chiesa di Pratolino nel comune di Vaglia in Mugello.

Se il Francesco Agresti di Giuseppe che ho trovato a Firenze è il barrocciaio assassinato, i documenti di battesimo ci fanno conoscere anche il nome della moglie: Vittoria di Ferdinando (ma in un documento è indicato Francesco) Bertelli.

Nell’Archivio di Stato di Siena è conservato l’Archivio Storico di Colle Val d’Elsa, tra i vari documenti ci sono anche i documenti del Vicariato di Colle dove sono riportati gli atti criminali per gli anni 1788-1790, che comprendono l’anno di nosrtro interesse, il 1789.9 A partire dal 1784 la Podesteria di Barberino di Val d’Elsa dipendeva per le questioni criminali dal Vicariato di Colle.10 Quindi forse potrebbero esserci altre informazioni su questo episodio nell’Archivio di Stato di Siena.

NOTE:

1Archivio Storico Arcivescovile Firenze. 230 chiesa Linari-S. Stefano > 098201 registro Matrimoni(_morti) [1568 / 1822] > registro id: 098201 – Matrimoni: 1568 / 1822. Morti: 1574-1811. Segnatura moderna : RPC 982_1

2Persio Benedetto Falconcini fu vicario di Colle Val d’Elsa tra il dicembre 1785 e il luglio 1795. La riforma delle circoscrizioni giudiziarie e dei tribunali dello Stato vecchio operata dal granduca Pietro Leopoldo con la legge del 30 settembre 1772 trasformò la Podesteria di Colle in Vicariato ed estese la sua giurisdizione criminale alla Podesteria di Poggibonsi, ampliandola ulteriormente poi nel 1784 anche alle Podesterie di Barberino di Val d’Elsa e San Gimignano.

3Archivio Storico di Barberino Val d’Elsa: Preunitario – 144 (82, 3, 2.3), Barberino di Valdelsa. “Descrizione di tutte le famiglie per i dazzaioli di Tassa di Macine dal primo Gennaio 1778 a tutto Dicembre 1782” foglio 21v

4Archivio Storico di Barberino Val d’Elsa: Preunitario – 144 (82, 3, 2.3), Barberino di Valdelsa. “Descrizione di tutte le famiglie per i dazzaioli di Tassa di Macine dal primo Gennaio 1778 a tutto Dicembre 1782” foglio 25v

5Archivio Storico di Barberino Val d’Elsa: Preunitario – 145 (2.4), Barberino di Valdelsa. “Descrizione di tutte le famiglie per la formazione dei dazzaioli della Tassa di Macine dal primo Gennaio 1783 a tutto Dicembre 1789. 1783-1789” Anno 1789, foglio 28

6Questo è probabilmente il Monastero di Sant’Orsola a Firenze. Il monastero fu soppresso in epoca napoleonica e divenne nel 1810 una Manifattura di Tabacchi. Destinato, negli anni ottanta del novecento, a diventare una caserma della Guardia di Finanza, il progetto fu iniziato, ma poi abbandonato. Attualmente versa in stato di abbandono.

7Archivio Storico di Barberino Val d’Elsa: Preunitario – 145 (2.4), Barberino di Valdelsa. “Descrizione di tutte le famiglie per la formazione dei dazzaioli della Tassa di Macine dal primo Gennaio 1783 a tutto Dicembre 1789. 1783-1789” Anno 1789, foglio 28

8Atti di Battesimo del Battistero di Firenze tra il 1750 e il 1789.

9Archivio di Stato di Siena. Archivio Storico di Colle. 3571(1041; 219; 2835). Atti criminali per Colle, Poggibonsi, San Gimignano, Barberino di Val d’Elsa. Vicario: Persio Benedetto Falconcini. Filza leg. in perg. cc. 836 con indice. 1788 – 1790

10La riforma delle circoscrizioni giudiziarie e dei tribunali dello Stato vecchio operata dal granduca Pietro Leopoldo con la legge del 30 settembre 1772 trasformò la Podesteria di Colle in Vicariato ed estese la sua giurisdizione criminale alla Podesteria di Poggibonsi, ampliandola ulteriormente poi nel 1784 anche alle Podesterie di Barberino di Val d’Elsa e San Gimignano.