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1563: Il grano da Pisa a Barberino

Scritto e ricercato da Marco Ramerini

Questo episodio accade pochi anni dopo la fine della guerra con Siena e la conquista di quella città da parte di Firenze avvenuta nel 1555. Probabilmente la guerra aveva provocato, anche nel territorio di Barberino, carestie e distruzione dei raccolti. Il grano era un elemento fondamentale e come vedremo gli abitanti della podesteria di Barberino, che comprendeva tutto il territorio dell’attuale comune di Barberino Tavarnelle andarono fino a Pisa per procurarselo.

Nella seduta del 15 febbraio 1562 (cioè del 15631) iniziano ad apparire nei registri della Podesteria di Barberino riferimenti al grano. Il Podestà di Barberino aveva ricevuto una lettera dagli “off.li d. Abb.a2” con la richiesta di inviare a Firenze “due de megli astanti” della Podesteria con pieno mandato “di poter obbligar detta loro podesteria per quella quantità di grano che il Magistrato potrà dar loro”. Allo scopo vengono nominati Michelangelo di Francesco Stanghetti e Filippo di Banco Banchi delle Tavernelle.3

Pochi giorni dopo, il 28 febbraio 1562 (cioè del 1563) si viene a sapere che la missione degli ambasciatori non ha più come destino Firenze, ma Pisa. I due ambasciatori precedentemente nominati dalla podesteria però si rifiutano di fare un simil viaggio “no vogliano andar per il grano dell’Abb.a a Pisa”. Per il viaggio viene quindi nominato Giovanni di Domenico Lonci anche a lui viene dato pieno mandato “di poter fare la ricevuta a Salviati di Pisa” della quantità di grano che “desideri offrirsi”. In preparazione per l’arrivo del grano da Pisa viene anche incaricato Dante Coveri da Barberino che “lo ricevi e ne tenga conto”.4

Il 14 marzo 1562 (cioè del 1563) sappiamo che Giovanni Lonci era già tornato da Pisa, sembra dal testo riportato con anche una certa quantità di grano, e aveva informato “che chi voleva condurre il resto del grano da Pisa bisognava haver bona soma di denari”, ma considerando che la Podesteria non ne aveva era necessario “fare un madato a Firenze” con la richiesta di soldi. Viene incaricato allo scopo Maso Fiammeri, ma la sua missione non ebbe successo. A questo punto, il 18 marzo, si offrì per fare il viaggio a Pisa Costantino di Michele (Tadei ?) delle Tavernelle “s’offeriva andar a sua borsua per il resto del grano a Pisa”. Costantino viene eletto “Camarlingo generale distrubutore del grano”, mentre mallevadori5 sono nominati Pasquino di Giovanni Mecacci del comune di Cepparello e Piero di Bartolomeo (Tadei ?) di San Bartolomeo a Palazzuolo. Il 13 aprile 1563 si ha notizia che molti della podesteria erano andati a Pisa e a Empoli con “bestie per il grano”, ma domandavano denari per le vetture e siccome Costantino “camarlingo della podesteria sopra tal negocio” non sapeva quanto pagarli, si rese necessario fare un tariffario per tali servizi.

Nella seduta successiva, quella del 25 aprile 1563, si viene a sapere che durante il primo viaggio a Pisa fatto da Giovanni di Domenico Lonci erano stati trasportati fino a Barberino 169 sacchi di grano, in questa occasione fu deliberato di rimborsare il Lonci dei costi sostenuti e del salario di 8 giornate. A questa data anche il lavoro di Costantino dalle Tavernelle sembra essere terminato, gli sono rimborsate le spese sostenute e 14 giorni di lavoro. In questa seconda operazione furono trasportati 331 sacchi di grano da Pisa a Barberino.

Per il buon lavoro svolto da Costantino delle Tavernelle che “havea usato diligentia in far condurre il grano da Pisa et a Empoli a Barberino” e che adesso stava lavorando alla distribuzione del grano ai fornai e che era necessario avere uno “fermamente in tal negocio a ricevere il grano che era condutto di giorno in giorno a Barberino et a tutti loro et distribuirlo” “e pagar e tener conto del grano a suo rischio” fu deciso di assegnarli dei denari e un salario per il compito che stava svolgendo.6

Altri pagamenti a coloro che avevano contribuito alla buona riuscita del trasporto e smistamento del grano da Pisa a Barberino furono deliberati nella riunione del 15 agosto 1563. Tra coloro a cui furono fatti “stanziamenti” sono citati: “Tingo di Jaco (pesli?), Luca Domenico il Botti, Giovanni di Michele Tadei “per haver pesato, et misurato sacha 169 di grano venuto da Pisa”. A “Llanzino da Barberino per una bilancia et aconciatura de una stadera”. A “Chele Romagniolo per musurar sacha 331 di grano che venno da Pisa”.7

NOTE:

1A Firenze il capodanno era il 25 marzo. Per cui alle date tra il 1 gennaio e il 24 marzo deve essere aggiunto un anno. Solo nel 1750 il calendario fiorentino fu soppresso e da quell’anno gli anni, anche a Firenze, cominciarono dal primo gennaio.

2Gli “Ufficiali dell’Abbondanza” o anche “Magistrato dell’Abbondanza” coloro che si occupavano del grano ma anche di tutte le altre vettovaglie, in sostanza quest’ufficio aveva il compito di controllare il mercato alimentare.

3Archivio Storico di Barberino: 2 (1) […] ann[…] 1559 al 1570. Deliberazioni della Podesteria di Barberino Val d’Elsa e San Donato in Poggio, pag. 27 V

4Archivio Storico di Barberino: 2 (1) […] ann[…] 1559 al 1570. Deliberazioni della Podesteria di Barberino Val d’Elsa e San Donato in Poggio, pag. 28 R

5Il “mallevadore” è la persona che si assume la responsabilità diretta riguardo al comportamento o alla condotta di un’altra.

6Archivio Storico di Barberino: 2 (1) […] ann[…] 1559 al 1570. Deliberazioni della Podesteria di Barberino Val d’Elsa e San Donato in Poggio, pag. 28 V, 29 R/V

7Archivio Storico di Barberino: 2 (1) […] ann[…] 1559 al 1570. Deliberazioni della Podesteria di Barberino Val d’Elsa e San Donato in Poggio, pag. 33 R